|
TAMBURELLO PIGNOLETTO FRIZZANTE
Il Pignoletto della Fattoria Monticino Rosso vuole essere il più naturale possibile, un vino dalla spiccata aromaticità, pieno di profumi di fiori, con un’anima raffinata dove non è il corpo ad emergere, quanto la sua finezza. Per esaltare la sua aromaticità e preservare la sua
Degustazione
L’eleganza si percepisce immediatamente dal fine perlage. Ottima l’intensità del colore paglierino. Il vino sfoggia profumi che ricordano la scorza di agrumi, le erbe aromatiche e le mandorle. Il carattere è delicato, con un bouquet dall’eleganza sobria. Le sensazioni di pera e mela sono deliziose, intrigano il naso e anticipano dei bei ricordi floreali di glicine e rose bianche che sfumano con dolcezza.
Il palato ha un equilibrio perfetto. Ritorna alla mente il suo carattere femminile con guizzo di freschezza in più. Preciso, nitido dal punto di vista aromatico, ha gusto pieno e delicato. Le bollicine sono fini, solleticano il palato, accompagnate da una sottile sapidità. Chiude con intenso ricordo di mandorle e fiori.
Riconoscimenti
Ananas, basilico, glicine, pesca, acacia, mela, pera, gesso, albicocca, agrumi, erbe aromatiche, bacche verdi.
Abbinamenti
Pesce al forno, alla griglia e in guazzetto. Primi piatti saporiti, con frutti di mare, arrosti di carni bianche, rombo al forno con patate, pasta con pesto genovese, fritture di pesce e verdure, cibo thailandese cinese, maiale in agrodolce, formaggi freschi delicati, salumi leggeri, paste condite con verdure e risotto gorgonzola e noci.
Consigli per il servizio
Temperatura di degustazione: 8 –10°C in flute per vini spumanti.
Il Pignoletto è un vitigno autoctono da sempre presente in Emilia Romagna, introdotto dalle antiche popolazioni di epoca pre-romana. Plinio il Vecchio amava raccontarne le qualità nella sua “Naturalis Historia” scritta nel I secolo d.C. Le chiamava uve di “Pino Lieto” di cui lamentava solo una mancanza di dolcezza, perché a quei tempi venivano apprezzati principalmente i vini dolci.
Secoli dopo altri autori facevano riferimento alle “Uve Pignole” per indicare le tipiche uve dei colli emiliani romagnoli, descrivendole meravigliose e con profumi di fiori bianchi, di mandorle e dalla piacevole acidità.
I grappoli appena vendemmiati vengono portati subito in cantina, nella zona adibita alla ricezione delle uve, dove tramite una spremitura soffice, con l’aiuto di una moderna pressa sottovuoto che lavora in assenza di ossigeno, si ottiene il mosto fiore.
È stata scelta questa singolare tecnica di separazione del mosto fiore dalle bucce con l’aiuto del sottovuoto, per ridurre al minimo lo stress meccanico causato al chicco durante la spremitura. Normalmente il mosto viene separato dall’acino con un’azione meccanica attraverso lo schiacciamento dell’uva. Con l’ausilio di questa moderna macchina invece, il mosto fiore viene separato dal chicco, lasciando integra la buccia dell’acino, per effetto del sottovuoto.
Un altro aspetto fondamentale è che tutto questo processo di estrazione lo facciamo in assenza di ossigeno. Questa situazione è importantissima, perché con un sistema totalmente naturale impediamo ogni inizio di ossidazione del nostro mosto fiore.
Finito questo cruciale ciclo di lavorazione, detto pressatura soffice, portiamo il mosto fiore ad una temperatura controllata di circa 5 C°, per favorire e accelerare la separazione naturale delle parti solide pesanti presenti nel mosto: nell’arco di qualche ora il mosto diventa limpido per decantazione. Al termine della decantazione, andiamo ad effettuare il primo travaso, per poi passare alla fase di fermentazione alcolica. In seguito si procede con la rifermentazione naturale con Metodo Charmat lungo in autoclave a 18° C..
IMMAGINI DI PIGNOLETTO
|